Giorgio Palumbi

Opera di riferimento: San Sebastiano

Prima di potere parlare di una pittrice della qualità di Rita Delle Noci, si rende necessario porci la domanda semplice e retorica di cosa ci si può aspettare in futuro da un'artista del suo spessore, dopo tante esposizioni in Italia e all'estero, che hanno universalmente riconosciuto il suo valore, derivante dalla realizzazione di opere che resteranno eternamente impresse nella memoria delle miriade di visitatori che nel tempo hanno posto lo sguardo su di esse e nutrito l'occhio di miti e storie coltamente espressi dai suoi inchiostri e pigmenti, sapientemente distesi sulle avvicidentesi tele.

Stupefacenti rappresentazioni, le sue, movimentate da possenti memorie segniche e cromatiche, le cui sublimazioni sono da sempre originate da un certo tratto conoscitivo, da spunti architettonici, da testi immortali, artistici e spirituali, visualmente variamente declinati, ed attraverso i quali l'Autrice ha saputo immergersi nelle relative tematiche suggerite dal mito, ovvero ispirate da una superiore cultura che va a coinvolgersi nella sua sensibile e colta curiosità artistic, in una iconografica di richiamo greco-ortodossa, spettacolarmente eseguita e che sa sconfinare in quella bizantina, ancor più spiritualmente coinvolgente.

Irriproducibili, curatissime, labirintiche soluzioni, quelle dell'Artista Rita Delle Noci, che ritengo possano risalire ad un incontaminato idealismo mentale, nel rendersi porta d'accesso alle proprie colte narrazioni, impreziosite di ricami chinati ed attraversate da una mistica memoria, dalle cui profondità emergono facendosi percorsi pittorici, narratori di un "hic et nunc" intimo e personale.

Strepitosi, unici, concreti atti creativi, esteticamente percepiti e magistralmente eseguiti, che avventurosamente si incontrano in un "oltre" tendente all'eternità, movimentando l'emotività di chi pone l'attenzione ai suoi mirabili lavori, confermando il predominio assoluto della sensibilità nel "fare Arte" della loro Autrice.

Stupefacenti ed affascinanti, complicate composizioni, elaborate con linguaggio espressivo e cromatico, inconfondibile, affidato ai rossi pompeiani, agli azzurri oltremare e talvolta impreziosite da altre tracce che permettono di immergersi nelle solennità passate, nelle gioiosità del presente e nell'incertezza futura, affermando il proprio spessore compositivo già apprezzato dai massimi cultori dello scenario artistico, sapendo la stessa pittoricamente praticare un'arte stabilmente abitata dalla sua sensibilità che sentitamente non dimentica e che, nel prorompere, fa emergere opere rinvigorite da una ammaliante luminosità nel saper far convivere con essa abili applicati tratti inchiostrati di china, che sanno offrire una grandiosa dimensione visiva, nel riflettere i canoni di una bellezza che sa rendersi "regina d'estetica".

Coinvolgenti, stupendi viaggi pittorici, dunque i suoi alla scoperta di poetici mondi che sanno spalancare le meravigliose porte della memoria, talvolta accompagnandoli da sacre visioni, nel disperato sforzo di dare un solo senso alla propria vita, ma di enunciare la personale consapevolezza pittorica ammantata di sensibile creatività che sa farsi ponte, per l'anima e la mente, del sogno e dello spirito.

 

Giorgio Palumbi