Giorgio Palumbi

Opera di riferimento: Balal

Mistiche introspettive raffigurazioni cariche di onirico metafisico fulgore, quelle dell’Artista, che si eternano in misteriose ed affascinanti immagini tese ad indagare analiticamente il profondo recondito significato dell’esistenza umana attraverso un lenticolare intimo sguardo rivolto alla sensibile e poetica magnificazione dei valori e dei principi ancestrali che ne costituiscono la strabiliante perfetta essenza.

Solenne e nitido pensiero creativo, il suo, volto ad eviscerare minuziosamente le infinitesime sfaccettature di un iridescente e scintillante prisma di emozioni, percezioni, suggestioni e sensazioni intimamente radicate nella sensibile ed illuminata profondità del proprio Sé e fortemente connaturate ad un’interiorità umana ed artistica acutamente influenzata da eventi di tragica attualità che echeggiano il senso del valore della vita umana nella Storia.

Straordinario ed affascinante incedere stilistico, quello dell’Autrice, perfettamente capace di saper coniugare l’onirica sconvolgente vena creativa surrealista con la conturbante avvolgente matrice esecutiva di rango simbolista, attraverso un’immobile atemporale fissità di metafisica memoria che avviluppa le sorprendenti chimeriche figurazioni eternandole in un magico tripudio di forme, linee, luci e colori dall’intrigante fascino esecutivo.

Armoniose e delicate proiezioni interiori, le sue, che meravigliosamente si enucleano attraverso ricercate raffinate partiture formali, stupefacenti grafismi linearistici e conturbanti virtuosismi segnici, elegantemente incardinandosi e sovrapponendosi all’interno di un geometrico rigido assetto compositivo e spaziale improntato ai canoni di nitidezza esecutiva, rigore formale e sobrietà cromatica, per cui le preziose volumetrie si protendono sapientemente in un ambiente spaziale pregno di silenziosa solenne monumentalità. Eccezionale cangiante eleganza cromatica, quella della Pittrice, che illumina ed abbaglia le forme, i volumi e le linee ammantandone i contorni di uno scintillante ardore coloristico dispiegato attraverso una sapiente dosata pennellata che procede per melodici sensuali accostamenti tonali e deliziosi intriganti contrasti timbrici, vivacizzando sinestesie cromatiche avvolgenti, eteree ed evanescenti. Tavolozza di colori essenzialmente correlata a poche tonalità, quella di Rita Delle Noci, ma che sa argutamente cogliere le millimetriche sfumature timbriche dipanandosi nei freddi incantevoli toni del ciano, del blu ceruleo, del pervinca ed in quelli stridenti e sensuali del rosso cinabro dai purpurei riflessi, magnificando iridescenti sinergie di luci, ombre e colori fondendoli mirabilmente in epifaniche catarsi figurative dense di cromatico calore.

Elevato ed ingegnoso profilo pittorico, il suo, che sa magistralmente sposare le qualità esecutive, formali e compositive della rappresentazione scenica con la propria stupefacente sensibile introspettività, istantaneizzando mute metafisiche apparizioni visive fortemente legate alla ciclicità temporale, alla reiterazione di eventi storici ed all’umana intima fascinazione per gli elementi naturali, in uno stravolgente connubio creativo ed emotivo dall’eccezionale spessore intellettuale e filosofico.

Sconvolgente e strabiliante ingegno creativo, quello dell’Artista, che sa eternare attraverso la propria sorprendente capacità immaginativa ed emotiva l’abissale sconfinatezza di un remoto arcaico passato ammantato di storia e di mito che si inerpica sublime per le scoscese irte salite di un’interiorità malinconica pregna di affascinante delicatezza.

Giorgio Palumbi