Amedeo Bigotti

Opera di riferimento: Shoah

Le composizioni di Rita Delle Noci appaiono immerse in una sfera atemporale ove mito, storia e quotidianità sono per lo più gli elementi ispiratori fondamentali. Concettualità ed emozione pura vanno di pari passo senza che una prevalga sull’altra e questo perché l’artista nonostante attinga per i personaggi e gli episodi descritti alla mitologia, al poema classico, alla più importante letteratura – quella omerica, di Virgilio e di Dante Alighieri – riesce a fissare il tutto in chiare e smaglianti rappresentazioni intrise di forza e moderna efficacia illustrativa, facendo trasparire sempre la propria commozione e una del tutto personale partecipazione emozionale al soggetto dipinto. Ma l’artista riesce a fare di più, perché in una numerosa serie di dipinti lascia i riferimenti classici più espliciti, per concentrarsi sul puro sentimento e sulle suggestioni più intime e poetiche che sa comunicare all’osservatore con i suoi “Interni”, pervasi da tagli di luce che disegnano delicate e vibranti geometrie, con i suoi paesaggi, nature morte di impianto più prettamente naturalistico, ma sempre immerse nell’incanto di misteriosi spazi metafisici ed evanescenti profondità, più vicine alla dimensione dello spirito che a quella del ‘vero’ di natura.

Efficacia e purezza di stile sono poi presenti nei gruppi di cavalli e cavalieri, dove la dinamica dei percorsi e dei movimenti dei soggetti sono amplificati dalle linee di luce che li avvolgono ed esaltano la purezza delle loro silhouettes, fino ad espanderne l’energia nel più lontano spazio circostante.

Ma dove l’artista merita un’attenzione del tutto speciale ed un insieme di motivazioni che ne attestino il livello di talento espresso ed i risultati raggiunti, quanto alla ricchezza di contenuto e al linguaggio pittorico sono le opere Birkenau e Shoah. Si tratta di due dipinti dotati di una straordinaria potenza espressiva ed efficacia mediatica. Il dramma dello sterminio del popolo ebraico è sinteticamente rappresentato in Birkenau (letteralmente “il luogo delle betulle”), ove appare una casa di reclusione che sta come ‘sospesa’ dal terreno (… e dal tempo – potremmo dire – tanto attuale ed emblematica è la situazione storica cui si allude). Questa è strutturata con dei pali rossi, come se fossero intrisi del sangue delle vittime ivi un tempo rinchiuse. L’architettura della casa è simile a quella di una prigione. Il fondo nero dell’opera è interamente invaso da una foresta di alberi scheletrici, le cui fitte ramificazioni s’intrecciano capillarmente, formando un intrico che dà il senso di una silenziosa disperazione e di un luogo dell’esistenza umana, da cui non si potrà mai fuggire.

Nella Shoah, i riferimenti simbolici e i significati sono ancora più espliciti e geniali; vedi i fili spinati, da cui pendono le camicie ormai vuote delle persone perseguitate e scomparse. Pur trattandosi di un dipinto stilisticamente articolato con grande leggerezza e finezza di tratto, con sfondo appena disegnato e delicatamente sfumato – in coerenza con lo stile tipico dell’artista – vi leggiamo il dramma lacerante della Shoah, fino a udire quasi i lamenti e le grida delle vittime della ferocia nazista, che mai cesseranno di riproporsi alle nostre coscienze, soprattutto grazie alla sensibilità e alle capacità di un’artista come Rita Delle Noci.

 

Amedeo Bigotti

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